(CONTATORI)

4.3.13

CONSEGNA NIGUARDA

Quando ho scritto il post precedente, avevamo in programma di incontrare Michela e consegnarle le nostre cose come già successo in passato. Invece qualche giorno prima ci ha offerto  la possibilità di partecipare alla consegna all'ospedale Niguarda che si sarebbe svolta qualche giorno dopo. Quindi abbiamo aderito io e Paola, una collega impegnata con la mamma a realizzare le miniature!
Così all'incontro qui al bar del Cral, dove abbiamo conosciuto anche Valentina, ci hanno portato una scatolona piena di lavori (tra i nostri dell'altra volta e quelli delle Cuoresse di Paullo) per l'imminente consegna e sono tornata a casa anzichè a mani vuote, con due pacchi da consegnare giovedì 28 febbraio!
Ho fatto un dettagliato resoconto a Michela perchè un'esperienza del genere andava ben documentata.. eccolo...


Eccomi qui, a scriverti con piu’ calma dopo che le idee si sono rimesse nel giusto ordine per poterti fare un resoconto dettagliato e riportarti soprattutto, oltre alle mie impressioni, anche le preziose informazioni che ci hanno dato questa mattina.

Come ti dicevo il timore di un impatto emotivo forte c’era. Io che non amo entrare negli ospedali perché (toccando ferro) da degente non ci sono mai stata e da visitatrice molto poco per fortuna.
E Niguarda è un ospedale che mette  soggezione, sembra sempre un cantiere a cielo aperto, con quei percorsi che cambiano continuamente e che collegano i vari padiglioni. Sembra che solo gli addetti ai lavori conoscano i segreti di quei passaggi e di quei vialetti per cui sei sempre costretta a guardarti intorno spaesata a cercare  indicazioni e frecce e a chiedere a chiunque incontri!

Meno male che Antonella, la nostra referente di CdM era già stata nel reparto di neonatologia e quindi siamo riuscite ad arrivare con il nostro saccone carico della scatola che mi hai dato tu e del sacchettone che avevo preparato io e che destava sguardi curiosi di chi ci incrociava! 

Entrate nel reparto sono rimasta sinceramente piacevolmente stupita dall’ambiente. La prima cosa che ho notato sono le meravigliose pareti dipinte. Non le solite (seppur simpatiche) faccine dei personaggi dei cartoni animati, ma dei meravigliosi paesaggi che mi hanno dato l’impressione di voler sottolineare che tutto il mondo (orientale e occidentale) fosse racchiuso in quelle mura. Si perché i bimbi che vengono ricoverati lì sono di tutte le etnie, ormai la realtà di una grossa città come la nostra è caratterizzata sempre piu’ dalla convivenza di numerose culture.. ce lo dimostrerà da lì a poco Marco…

E, inaspettatamente, ti ritrovi davanti anche delle cicogne che stendono con il loro becco la coltre di cielo blu cosparso di stelle che copre tutto alla sera per permettere di riposare e rigenerarsi per affrontare una nuova, intensa giornata.


 
 
 


Attendiamo qualche minuto in attesa di essere ricevute e, una volta accolte con tanto calore dalla segretaria di reparto e indossati i sovrascarpe, ci portano all’interno del reparto, dove intravvediamo subito un paio di sale con tanti macchinari e dei minuscoli fagottini sotto le coperte.

Ci fanno accomodare in una stanza con un grosso tavolo dove appoggiamo le nostre cose, sono chiamate a raduno le infermiere e la caposala che ci salutano e si vede dai loro occhi che sono curiose di vedere cosa gli abbiamo portato.
Dopo le presentazioni iniziamo a  tirare fuori i lavori che suscitano subito stupore ed ammirazione… E’ un tripudio di colori, di lane morbidissime e di esclamazioni..  






Dopo l’entusiasmo iniziale si incomincia il “lavoro tecnico” e si commentano le varie misure e si cerca di capire cosa puo’ essere piu’ utile così emerge che: 

- Copertine meglio di misura almeno 70 x70 o 70 x 60

- I mini twist vanno benissimo (per la prossima consegna ne richiedono almeno una ventina se possibile)

- I cappellini dovrebbero misurare almeno 9 cm di altezza, al limite piu’ alti e si risvoltano. Se sono piu’ corti, nell’allargarsi adattandosi alla testa del bimbo diventano come papaline…l’esempio potrebbero essere il little coniglio e il mister mandarino

- i cardiganini andrebbero meglio con manica larga e piu’ grandini delle misure mini che facciamo noi perché nelle incubatrici non glieli mettono e quando sono fuori indossano almeno il body o la tutina che non è sicuramente aderente… per cui meglio leggermente grandini per le dimissioni. Meglio anche laccetti piuttosto che bottoni per praticità.

-  usano moltissimo dei quadrati di cotone misura  di lato dai 60 agli 80 cm. Li ripiegano a triangolo e in pratica creano un mini twist di cotone.

 
- ci hanno dato un campione di un “avvolgi bimbo” che ha realizzato al mamma di una delle infermiere. E’ in cotone, leggermente imbottito e di cui faro’ il cartamodello con le misure da divulgare e poi te lo consegnero’.


- andati a ruba i minibodybou dell’altra volta.. il fatto che abbiano gli automatici in plastica permette anche di fare risonanze magnetiche senza spogliarli. Chiederebbero anche delle misure leggermente piu’ grandi.

- benissimo i mini kit

- i sacchi nanna vanno bene tutti ma sono stati apprezzati soprattutto quelli tipo “spiga” di Federica perché la lavorazione che chiude un pochino la circonferenza permette di tenerli su meglio.

A proposito di sacchi nanna… mentre parlottavamo di tutto questo ci si presenta l’infermiera con un fagottino chiamato Marco…ovviamente ci fa subito da modello.. cappellino e sacco nanna ormai sono suoi!
 



Appena indossati, uno sbadiglio e subito tanta nanna! Ci hanno detto che i sacchi nanna sono fondamentali sia per la riproduzione dell’ambiente fetale, sia perché il bimbo costretto a tenere le braccine incrociate davanti, incomincia a famigliarizzare con le manine e viene stimolato a succhiare le dita per poi piu’ avanti prendere il biberon.

Ci accompagnano poi nel cuore della Tin, divisa in due zone.. quella che ospita bimbi piu’ grandicelli e quella che ospita le miniature. L’ambiente a primo acchito fa un po’ impressione con tutti quei macchinari nella penombra delle tapparelle mezze chiuse e il rumore sommesso dei monitoraggi…



Ma appena ci si avvicina alle incubatrici ti si apre un mondo fatto di piedini e manine che si muovono continuamente. Le incubatrici sono coperte da trapuntini per creare maggiore ombra e soprattutto perché quando di notte ci sono emergenze e devono accendere le luci, almeno gli alri bimbi rimangono protetti.
Proviamo un mini twist a Nuhad e una volta avvolto sembra non avesse voluto altro:
 
 
E io che pensavo che questi frugoletti stessero sempre fermi sono stata smentita… questa bimba sgambetta alla grande e si è tolta le scarpine un paio di volte.. sicuramente appena andate via avranno scelto con calma la misura giusta per lei!
 



Ad un certo punto è entrata la segretaria e ci ha detto che il direttore di reparto era disponibile ad incontrarci!

Siamo entrate in un ufficio con un’enorme scrivania e il dottore ci ha accolte. Ci siamo presentate ringraziando per l’accoglienza… ci ha detto che lui non ci accoglie, lui ci SPINGE DENTRO!

E ha intavolato un bellissimo discorso incentrato sul fatto che si sono resi conto che le tecnologie, i macchinari e l’avanzamento delle conoscenze scientifiche sono fondamentali per affrontare le difficoltà di un parto prematuro ma che noi non dobbiamo considerare questo nostro supporto come “secondario”. E’ fondamentale che le mamme provate da questa situazione capiscano che ci sono delle persone che disinteressatamente pensano a loro e a rendere i loro piccoli il piu’ possibili “normali” passatemi il termine.. con cappellini e scarpine colorati, nei loro bozzoli in calda lana che facilita il tenerli in braccio e che strappano un sorriso a chi li vede.

Ed è altrettanto importante per le infermiere e i dottori che lavorano tutti i giorni a contatto con queste realtà.

Abbiamo anche fatto una foto insieme ! 

 
 
 
Devo dire che le persone che abbiamo incontrato sono davvero speciali, addirittura ci hanno chiesto come fare a ricambiare!!!! Ci hanno proposto una specie di raccolta di gomitoli da parte delle mamme, ci hanno proposto di partecipare ad un convegno infermieristico per il quale contatteranno Laura.. addirittura hanno ipotizzato un contributo! E ci hanno detto che manderanno le foto a Laura dei bimbi che indossano le nostre creazioni capendo, con una sensibilità straordinaria, l’importanza di vedere un proprio lavoro che è arrivato a destinazione!
 
 

Ci hanno detto che cercheranno di fare pubblicità a questa iniziativa come potranno, e noi credo che da oggi abbiamo toccato una realtà fino a ieri sconosciuta, fatta di difficoltà ma soprattutto di tanto amore per il proprio lavoro e per i bambini che vengono ospitati al reparto di neonatologia di Niguarda!
 
e ora shhhhhhhhh si dorme!
 
 

 

 

 

 
 

 
 

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